Storia della Ceramica

L'origine e la storia della ceramica
Il termine ceramica deriva dal greco "kéramos", che significa tutto ciò che si realizza attraverso la cottura dell'argilla.
possiamo collocare il primo periodo della fabbricazione dello stesso nel neolitico.
Questa età è caratterizzata da due aspetti fondamentali:
1) La forma dei vasi avviene tramite l'escavazione di un blocco argilloso e la costruzione tramite il sistema del "colombino", cioè di uno stampo in un contenitore
2) mancanza di copertura (pellicola posta per fini decorati in superficie).

Sebbene non fossero coperti, i vasi preistorici potevano comunque essere decorati con diversi sistemi: pittura, impressione o incisione.
Verso il 5000 a.C. si cominciò a fabbricare vasellame con argilla cotta. I vasi in terracotta venivano sempre modellati mediante la sovrapposizione di strisce di bacchette di argilla che, messe l'una sull'altra, formavano l'aspetto dell'oggetto che si intendeva realizzare.
Queste varie parti, già saldate tra loro, venivano poi amalgamate tra loro lisciandole e bagnandole; poi il vaso veniva battuto per rendere più omogenea la striscia e per migliorarne l'aspetto venivano lisce con paglia, foglie o bucce.
La decorazione veniva dipinta sul vaso con pigmenti ricavati da terre colorate, ocra, oppure imprimendo sull'oggetto ancora fresco piccole conchiglie, semi, realizzando disegni geometrici tramite graffio con pietre affilate. Per indurire gli oggetti, i ceramisti preistorici utilizzavano forni costituiti da semplici buchi nella terra, che venivano ricoperti di foglie secchi e legni a cui era appeso il fuoco. La temperatura che si otteneva era di 500 gradi e non garantiva una cottura perfetta, inoltre in questo periodo non esisteva un vero mercato della ceramica, quindi ogni villaggio ne produceva per essa, quanto era necessario.

In epoca protostorica si verificano due evoluzioni fondamentali della tecnologia ceramica:

1) l'invenzione del tornio;

2) l'invenzione di una vernice adatta a ricoprire la superficie dei vasi.

Un lento progresso riguarda anche i forni, che grazie alle temperature più elevate si ottengono.

Nelle camere di cottura della fornace abbondante ossigeno e il minerale contenuto nel pigmento, trasformandosi in ossido, tende ad annerire questa pittura vascolare di colore scuro trova impiego nelle città micenee, che verso il 700 a.C. viene detta tecnica della vernice nera con prevalenza di figure geometriche e si distingue da quella a figure rosse, che consiste nel colorare le parti che circondano le figure realizzando una sorte di immagine in negativo sul fondo nero.
Nel periodo dell'alto medioevo circolano quasi esclusivamente ceramiche grezze, prive di rivestimento e la mancanza di un mercato più ampio determina la nascita di produzioni e tradizioni regionali.
Con l'inizio del basso Medioevo riprendono i commerci nel Mediterraneo e in Italia giungono le ceramiche tunisine, marocchine, egiziane che vengono inserite soprattutto nelle architetture religiose.

Verso il 1250 in gran parte d'Italia inizia a praticarsi la fabbricazione della ceramica con rivestimento smaltato, nota anche come maiolica. La prima maiolica prodotta in Italia è quindi la "maiolica arcaica". Nella prima fase predominano le forme chiuse, le decorazioni sono dipinte, con soggetti di tipo geometrico o ispirati a composizioni vegetali, dopo il 1400 predominano le forme aperte, e la decorazione diviene piuttosto monotona; mentre nella terza fase si tende ad aggiungere l'arancione e il giallo. Viene introdotto, poi, il colore blu, soprattutto nei centri della Romagna (Faenza), del Lazio (Viterbo), dell'Umbria (Deruta) e della Toscana (Montelupo). Con questa tecnica, detta "zaffera" i ceramisti toscani imitarono il linguaggio delle maioliche degli orientali mediterranei (Siria ed Egitto) che mantenevano a loro un vantaggio grazie alla proprietà del lustro metallico, tecnica che si basa su una terza cottura dei manufatti

Verso il 1480 la rappresentazione pittorica diventa di tipo realistico, nasce quindi la decorazione rinascimentale che influenzerà la produzione delle botteghe di Montelupo fino alla crisi produttiva del 1620 che ridusse per un intero secolo il livello dell'economia italiana.
Si determinò quindi un decremento nel numero delle botteghe, e un peggioramento del livello qualitativo delle produzioni. Nacque quindi un divorzio insanabile tra ceramica economica e ceramica di pregio. Nella seconda metà del Settecento l'afflusso sul mercato europeo di terraglie inglesi prodotte con criterio industriale e a basso costo ridurrà in parte questa differenza, questo sistema porrà l'accento sul piccolo artigianato italiano sottraendo anche porzioni di mercato.